Il Cavallo Sanfratellano L'inizio di una storia che compie 925

05.02.2014 16:53

Come testimonia la lingua tuttora parlata dai suoi abitanti, San Fratello è stata rifondata all'inizio dell'epopea Normanna in Sicilia da “gente-latina” proveniente dal Nord-Italia nel 1089 al seguito di “Adelaide del Vasto” partita dal Piemonte per insediarsi in Sicilia per il suo matrimonio col “Gran Conte Ruggero”.

Adelaide giunse a Messina in pompa-magna con navi della flotta genovese e gran seguito di sue genti, coloni, armenti,  cavalli e  cavalieri.

Coloni, Cavalieri, Allevatori con i loro particolarissimi cavalli. Coloni, Cavalli e Cavalieri “latini” che ripopolarono San Fratello e da allora indissolubilmente legati ad Adelaide ed alla loro nuova terra.

  • Cavalieri e cavalli che dal 1089 al 2011 vantano novecentoventidue anni di storia e di tradizioni testimoniate da una lingua ancor oggi parlata, dal folklore ed in una parola dalla cultura latina e cattolica da allora divenuta dominante sull'Isola (rispetto a quella Arabo-Saracena del Nord Africa) grazie anche ad Adelaide ed alle laboriose e caparbie “genti-latine” del suo seguito ed al valore ed alla versatilità in guerra come in pace dei loro cavalli, che ancor oggi e da allora nascono e crescono liberi nei Nebrodi.
  • La storia delle origini del Cavallo Sanfratellano dei Nebrodi è dunque parte fondante della storia delle genti-latine e del territorio sul quale si insediarono e dove la loro millenaria Razza Equina si è formata ed evoluta. E' storia della Sicilia. E' storia d'Italia e delle origini delle radici cattoliche dell'Europa.
  • E' Politica. E' storia di politiche di migrazioni e trasferimenti di popolazioni dal nord al sud della penisola. Proprio così, dal nord al sud e non il contrario.

Agli inizi dell'anno mille, quando i Normanni si insediarono in Sicilia, ricercarono e favorirono una politica di immigrazione della loro gente, in minima parte francese ed in gran parte dall'Italia settentrionale (Piemonte-Monferrato-Cerreto-Liguria ed Emilia dell'ovest, ecc.), allo scopo di rafforzare il “ceppo latino” che in Calabria e Sicilia era fortemente minoritario rispetto a greci, bizantini, ebrei e soprattutto saraceni-musulmani provenienti dalle vicine coste nord africane e dominatori sull'isola da quasi due secoli.

  • Un rinforzo a tale apporto di popolazioni latine si ebbe già in modo consistente anche con il matrimonio del Conte Ruggero, erede della dinastia normanna di Sicilia, con Adelaide del Vasto (Piemonte 1074 – Sicilia-Nebrodi 1118) figlia di Manfredi Aleramo, marchese del Monferrato e di Savona. Un matrimonio che si inquadra in rapporti probabilmente ampi fra Aleramici del Nord Italia e Altavilla-(Hauteville) normanni di Sicilia. Pare infatti che la conoscenza tra le due dinastie risalisse alla prima crociata e che il padre stesso di Adelaide fosse morto proprio combattendo in Sicilia per la riconquista dell'isola al fianco dei Normanni.

Per Ruggero rimasto vedovo per la seconda volta ormai sessantenne e padre di dieci figli, quello con la potente famiglia d'origine della giovanissima Adelaide rappresentava dunque la possibilità di stipulare un terzo, politicamente vantaggioso, accordo matrimoniale.

  • Non vi è dubbio che quel matrimonio fu certamente un “instrumentum-regni”. Le fastose Nozze avvennero a Mileto nel 1089 e per quell'occasione Adelaide giunse in porto a Messina in pompa magna su navi da cui sbarcarono quale dote e scorta un nutrito seguito di suoi conterranei. Gente “latina” delle sue terre del nord, che l'aveva seguita per insediarsi sull'Isola con armi, armenti, attrezzi e cavalli. Una prima consistente avanguardia di quel flusso migratorio poi massicciamente favorito sia da Adelaide per decenni, che dai suoi eredi dinastici, ivi incluso Federico II (Federico-Ruggero) di Svevia.
  • - Adelaide concesse da subito alle sue genti territori in esclusiva e privilegi ancora oggi individuabili nei Nebrodi. Gli aspetti enclavici-culturali e folcloristici persistenti e non ultima la lingua-parlata ancor oggi ne sono testimonianza sia a San Fratello che in taluni Paesi dell'area.
  •  Con l'arrivo di Adelaide ha dunque origine la prima immissione consistente e storicamente documentata sull'area nebroidea di “genti-latine” del nord Italia e di soggetti equini “nordici” appartenenti a popolazioni equine differenti da quelle insulari e da quelle precedentemente giunte sull'Isola da sud e da oriente. Si trattò dunque dell'inizio della lunga storia che avrebbe concorso alla formazione della popolazione equina dei Monti Nebrodi: la Razza Sanfratellana. Una Razza che per la sua stessa origine è, e resta, indissolubilmente legata alle vicende storiche del territorio ed alle sue genti-latine.

Ancora oggi è così. La razza dopo quasi mille anni è ancora ben radicata nella cultura e nelle tradizioni dell'area ed i giovani del luogo ne sono per tradizione i gelosi custodi.

  • Una razza ancora a rischio ma le cui doti sono ancora ben evidenziate .
  • Una razza storica e di indubbio valore di cui molti oggi parlano ma di cui in definitiva ben poco, o non tutto, in realtà traspare e si conosce.
  • Ciò che più occorre attuare oggi è una accurata selezione morfologica e attitudinale in purezza favorita da valutazioni effettuate anche nell'ambito dell'addestramento dei soggetti idonei.
  • Occorrono prove attitudinali riservata ai puledri maschi (possibilmente nati e cresciuti nel territorio d'origine).
  • Serve introdurre forme di tutela dei puledri MASCHI, e servono le prove che  possono contribuire a svelarne le caratteristiche a coloro, anche tra gli esperti, che desiderano approfondirne le peculiarità uniche di soggetti che qui nascono liberi da 922 anni.
  • Occorre selezionare con diversi e più attenti “criteri” le fattrici.
  • Occorre aggiungere valore aggiunto ai puledri (sopratutto maschi). Occorre evitare loro il macello a cui pressochè la totalità della produzione annua è da sempre destinata. Occorre una maggiore valorizzazione e promozione dei migliori soggetti maschi destinabili ad un mercato amatoriale e sportivo.
  • Serve l'adozione in ambito allevatoriale degli Indici-Genetici.
  • Occorre sottoporre ad addestramento tutti gli Stalloni destinati alla riproduzione ed una loro selezione subordinata ai risultati ottenuti in ogni ambito. In tal senso servono delle “prove tecniche” ovviamente inserite nella rinnovata tradizione e destinate alla tutela e valorizzazione degli Stalloni Sanfratellani riproduttori e dei puledri maschi di 3-4 e 5 anni da destinare al mercato amatoriale e sportivo (in definitiva serve ciò che altre Razze-Storiche anche meno “blasonate” attuano da anni).